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La miniera di Gambatesa è stata il più grande giacimento di manganese d’Europa e miniera attiva sino al 2011, anno in cui la società  titolare della concessione ha rinunciato a quest’ultima adducendo ragioni di antieconomicità . Gambatesa è stata il primo esempio sul territorio nazionale di miniera attiva fruibile al pubblico e la sua musealizzazione è avvenuta alla fine degli anni ’90; le due attività  sono proseguite parallelamente per quasi 15 anni sotto il regime minerario per il quale, in virtù del R.D.1443/1927, l’ingresso ai visitatori è autorizzato dal Direttore sotto la propria responsabilità . Decaduta la concessione mineraria, il nuovo quadro normativo non consentiva la fruizione di siti minerari dismessi e ciò ha costretto il proprietario del sito, Ente Parco Aveto, ad interrompere gli accessi al sottosuolo.
Nell’aprile 2014 è stato presentato un progetto di legge regionale (pdl 334/2014) volto a colmare tale vuoto normativo, proposta che ha spinto la giunta regionale a varare la L.R. 31/2014 la quale rappresenta oggi lo strumento normativo che rende accessibili tali siti al pubblico, a fronte di una serie di adempimenti; la miniera di Gambatesa, dopo circa due anni di interventi di adeguamento è stata infine (ri)inaugurata il 9 Dicembre 2016.

Il sito minerario di Gambatesa, nei suoi beni mobili ed immobili, è stato eletto a bene culturale dello Stato e ciò ha consentito di andare in deroga su alcuni interventi e di poter mantenere le peculiarità  e caratteristiche originali del sito: il visitatore che oggi decide di visitare il museo minerario ha l’opportunità  di entrare in miniera con l’originale convoglio ferroviario dei minatori, a bordo di vagoncini del minerale opportunamente modificati per il trasporto dei visitatori e di percorrere a piedi, accompagnato da guide appositamente formate, le gallerie della miniera nel loro aspetto originale; un ambiente quindi umido, con stillicidio diffuso che si snoda lungo percorsi in terra battuta e lungo la sede ferroviaria, appena illuminata.

Il museo è la montagna stessa, con il suo mondo ipogeo, vero e proprio monumento al lavoro ed al sacrificio delle centinaia di minatori che ivi hanno faticosamente strappato al ventre di madre terra uno dei suoi frutti più preziosi: un esercito di eroi, le cui gesta sono narrate dalle gallerie, dalle pozze d’acqua, dalle armature in legno, dai vagoni e dalle pale meccaniche “congelate” nel loro ultimo giorno di lavoro. Una vera e propria fotografia del tempo che fu.

Ogni metro di galleria sono giorni di lavoro, ogni goccia d’acqua sulla testa che ci rammenta le difficili condizioni di lavoro, la poca luce che rievoca l’ambiente a tratti inquietante ma soprattutto affascinante ed intimo in cui il minatore parlava alla montagna, la osservava, la leggeva.

Questa è la scelta ed anche la scommessa: non far ripartire il tempo che si è fermato, mantenere le lancette dell’orologio inchiodate all’ultimo giorno di estrazione perché solo così la montagna può raccontare la sua storia. Un trenino scomodo e rumoroso, un ambiente umido e scarsamente illuminato.

Una miniera.

 

Per ulteriori informazioni:

info@minieradigambatesa.com

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